giovedì 15 gennaio 2009

Per vincere al primo turno

articolo pubblicato da "Repubblica Bologna" il 14 gennaio 2009

A Bologna, l’anno nuovo è iniziato con alcuni fatti importanti:
la fase Cofferati-Sindaco si conclude senza rimpianti; la scelta di sfilarsi e il numero dei votanti alle primarie, meno di 25 000, hanno bruciato l’idea nel PD di “correre da soli”.
Inoltre, guarda caso, alle primarie vince un dirigente esterno alla gestione locale del PD.
In politica, i fatti e le persone contano: nulla è casuale, anche se tutto è opinabile.
Tra i fatti importanti per Bologna c’è la decisione dei Consiglieri di Sinistra Democratica, dopo le scelte unilaterali di Cofferati e la rottura della maggioranza di centro-sinistra, di non cadere nella trappola e di evitare la crisi; di raggiungere l’accordo sul documento presentato da “sinistra in consiglio”; e con ciò votare il Bilancio 2008 impedendo così le elezioni anticipate.
Se ci fossero state, Cofferati avrebbe potuto ricandidarsi a Sindaco e a leader nazionale della corrente politica che sosteneva “l’autosufficienza” del PD.
Con le elezioni anticipate la sinistra bolognese oggi sarebbe messa molto peggio: se Cofferati avesse vinto, sarebbe stata emarginata; se Cofferati avesse perso, sarebbe scomparsa quale presunta causa della vittoria del centro-destra.
Anche Rifondazione Comunista, grazie alla scelta di Sinistra democratica, oggi può pensare di tornare nel centro-sinistra: altro che “stampella di Cofferati”, di cui molti ci accusavano.
Ora possiamo guardare al futuro di Bologna con maggiore serenità e lavorare per un nuovo centro-sinistra: per condividere assieme programma, modi di governo e candidato.
Ma in città non c’è ancora lo slancio di cui c’è bisogno per vincere.
L’uscita di scena di Cofferati non poteva produrre il miracolo: non si può vivere di illusioni.
La forte delusione accumulata in questi anni a Bologna, la caduta del Governo Prodi, la sconfitta elettorale e la crisi del PD, la crisi della sinistra e la sua scomparsa dal Parlamento hanno attraversato il nostro popolo lasciando molti dolori.
Inoltre, la crisi economica, finanziaria e climatica che coinvolge il mondo si trasferisce immediatamente sui Comuni come avamposto in un mare in tempesta.
I giovani, le persone che vivono di lavoro, di pensione o di un basso contributo, le famiglie e le imprese serie avranno bisogno di un Comune amico per affrontare la crisi.
C’è bisogno di una sinistra che si assuma la responsabilità di governare Bologna.
Una sinistra popolare e radicata nella società, che rifiuta nicchie contrattualistiche e minoritarie.
Bisogna ragionare sul come fronteggiare, anche da Bologna, le convulsioni globali di questo sistema costruito sull’ingiustizia sociale e sull’imbroglio finanziario e sul come transitare questo sistema verso l’era dell’energia solare utilizzando le opportunità della crisi stessa, investendo sulla ricerca per nuovi posti di posti di lavoro e per prodotti innovativi, compatibili con l’ambiente.
L’iniziativa di Guido Fanti ha avviato un processo che punta sulla elaborazione partecipata di cittadini, associazioni e forze politiche del nuovo progetto per la Città Metropolitana.
Sappiamo che in questi anni a Bologna la partecipazione attiva è stata mortificata: il principe di Bali governava da solo e non voleva essere disturbato.
Ormai, tutto questo è alle nostre spalle.
Guardiamo avanti per costruire un clima di fiducia dei cittadini verso un programma di governo e un nuovo centro-sinistra; per vincere al primo turno.
Solo con un’ipotesi positiva, anche se difficile, si può oggi parlare alle persone serie che vogliono bene a questa città; alle persone che ci chiedono di essere responsabili e di presentare proposte chiare per battere il candidato del centro-destra, chiunque esso sia. La sfida è questa.

Ugo Mazza